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CANZONE DELLE OSTERIE DI FUORI PORTA - STANZE DI VITA...
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Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta,
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ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta:
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qualcuno è andato per età, qualcuno perchè già dottore
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e insegue una maturità, si è sposato, fa carriera ed è una morte un po' peggiore...
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Cadon come foglie o gli ubriachi sulle strade che hanno scelto,
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delle rabbie antiche non rimane che una frase o qualche gesto,
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non so se scusano il passato per giovinezza o per errore,
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non so se ancora desto in loro, se m' incontrano per forza, la curiosità o il timore...
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Io ora mi alzo tardi tutti i giorni, tiro sempre a far mattino,
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le carte poi il caffè della stazione per neutralizzare il vino,
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ma non ho scuse da portare, non dico più d'esser poeta,
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non ho utopie da realizzare: stare a letto il giorno dopo è forse l'unica mia meta...
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Si alza sempre lenta come un tempo l'alba magica in collina,
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ma non provo più quando la guardo quello che provavo prima.
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Ladri e profeti di futuro mi hanno portato via parecchio,
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il giorno è sempre un po' più oscuro, sarà forse perchè è storia, sarà forse perchè invecchio...
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Ma le strade sono piene di una rabbia che ogni giorno urla più forte,
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son caduti i fiori e hanno lasciato solo simboli di morte.
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Dimmi se son da lapidare se mi nascondo sempre più,
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ma ognuno ha la sua pietra pronta e la prima, non negare, me la tireresti tu...
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Sono più famoso che in quel tempo quando tu mi conoscevi,
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non più amici, ho un pubblico che ascolta le canzoni in cui credevi
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e forse ridono di me, ma in fondo ho la coscienza pura,
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non rider tu se dico questo, ride chi ha nel cuore l'odio e nella mente la paura...
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Ma non devi credere che questo abbia cambiato la mia vita,
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è una cosa piccola di ieri che domani è già finita.
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Son sempre qui a vivermi addosso, ho dai miei giorni quanto basta,
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ho dalla gloria quel che posso, cioè qualcosa che andrà presto, quasi come i soldi in tasca...
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Non lo crederesti ho quasi chiuso tutti gli usci all'avventura,
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non perchè metterò la testa a posto, ma per noia o per paura.
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Non passo notti disperate su quel che ho fatto o quel che ho avuto:
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le cose andate sono andate ed ho per unico rimorso le occasioni che ho perduto...
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Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta,
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ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta:
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qualcuno è andato per formarsi, chi per seguire la ragione,
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chi perchè stanco di giocare, bere il vino, sputtanarsi ed è una morte un po' peggiore...
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CANZONE DELLA TRISTE RINUNCIA - STANZE DI VITA...
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Le luci dentro al buio sono andate via e l' allegria comprata è già sparita,
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il giorno dopo è sempre la malinconia che spezza la magia di un' altra vita.
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La forza che ti lega è grande più di te, l' anello al collo si stringe sempre più:
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non dare più la colpa al mondo o a lei per la rinuncia triste a quello che non sei...
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Lo sai cosa vuol dire stare giorni interi a buttar via nel niente solo il niente;
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fai mille cose, ma sono sempre i tuoi pensieri che scelgono per te diversamente.
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Son stanco d' aver detto le cose che dirò, di aver già fatto le cose che farò,
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ma è tardi, troppo tardi, piangere ormai sulla rinuncia triste a quello che non fai...
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Credevo l' incertezza possibilità e il dubbio assiduo l' unica ragione,
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ma quali scelte hai fatto in piena libertà: ti muovi sempre dentro a una prigione...
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Non è la luce o il buio né l' ero ed il sarò, non è il coraggio che ti fa dir "vivrò",
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è solo un' altra scusa che usare vuoi per la rinuncia triste a quello che non puoi...
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Non voglio prender niente se non so di dare, io e chissà chi decidono ciò che posso,
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non ho la voglia o la forza per poter cambiare me stesso e il mondo che mi vive addosso...
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E forse sto morendo e non lo so capire o l' ho capito e non lo voglio dire,
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rimangono le cose senza falso o vero, e la rinuncia triste a quello che io ero...
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CANZONE DELLA VITA QUOTIDIANA - STANZE DI VITA...
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Inizia presto all' alba o tardi al pomeriggio,
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ma in questo non c'è alcuna differenza,
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le ore che hai davanti son le stesse, son tante,
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stesso coraggio chiede l' esistenza..
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La vita quotidiana ti ha visto e già succhiato
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come il caffè che bevi appena alzato
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e l' acqua fredda in faccia cancella già i tuoi sogni
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e col bisogno annega la speranza
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e mentre la dolcezza del sonno si allontana,
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inizia la tua vita quotidiana...
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E subito ti affanni in cose in cui non credi,
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la testa piena di vacanze ed ozio
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e non sono peggiori i mali dei rimedi,
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la malattia è la noia del lavoro:
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fatiche senza scopo, furiose e vane corse,
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angosce senza un forse, senza un dopo,
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un giorno dopo l' altro il tuo deserto annuale,
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con le oasi in ferragosto e per Natale,
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ma anno dopo anno, li conti e sono tanti
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quei giorni nella vita che hai davanti..
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Ipocrisie leggere, rabbie da poco prezzo,
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risposte argute date sempre tardi,
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saluti caldi d' ansia, di noia o di disprezzo
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o senza che s' incrocino gli sguardi,
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le usate confidenze di malattie o di sesso
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dove ciascuno ascolta sol se stesso:
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finzioni naturali in cui ci adoperiamo
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per non sembrar di esser quel che siamo.
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Consolati pensando che inizia e già è finita
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questa che tutti i giorni è la tua vita...
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Amori disperati, amori fatti in fretta,
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consumati per rabbia o per dovere
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che spengono in stanchezza con una sigaretta
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i desideri nati in tante sere,
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amori fatti in furia, ridicolo contrasto,
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dopo quei film di fasto e di lussuria,
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rivincita notturna dove, per esser vero,
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l' uno tradisce l' altro col pensiero:
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son questi che tu vedi, che vivi e che hai d' attorno
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gli amori della vita d' ogni giorno...
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Le tue paure assidue, le gioie solitarie,
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i drammi che commuovon te soltanto,
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le soluzioni ambigue, i compromessi vari,
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glorie vantate poi di tanto in tanto,
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i piccoli malanni sempre più numerosi,
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più dolorosi col passar degli anni,
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la lotta vuota e vana, patetico tentare
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di rimandare un poco la vecchiaia...
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E poi ti trovi vecchio e ancor non hai capito
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che la vita quotidiana ti ha tradito...
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CANZONE PER PIERO - STANZE DI VITA...
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Mio vecchio amico di giorni e pensieri da quanto tempo che ci conosciamo,
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venticinque anni son tanti e diciamo un po' retorici che sembra ieri.
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Invece io so che è diverso e tu sai quello che il tempo ci ha preso e ci ha dato:
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io appena giovane sono invecchiato, tu forse giovane non sei stato mai.
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Ma d' illusioni non ne abbiamo avute, o forse si, ma nemmeno ricordo,
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tutte parole che si son perdute con la realtà incontrata ogni giorno.
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Chi glielo dice a chi è giovane adesso di quante volte si possa sbagliare,
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fino al disgusto di ricominciare perchè ogni volta è poi sempre lo stesso.
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Eppure il mondo continua e va avanti con noi o senza e ogni cosa si crea
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su ciò che muore e ogni nuova idea su vecchie idee e ogni gioia su pianti.
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Ma più che triste ora è buffo pensare a tutti i giorni che abbiamo sprecati,
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a tutti gli attimi lasciati andare e ai miti belli delle nostre estati.
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Dopo l'inverno e l' angoscia in città quei lunghi mesi sdraiati davanti,
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liberazione del fiume e dei monti e linfa aspra della nostra età.
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Quei giorni spesi a parlare di niente sdraiati al sole inseguendo la vita,
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come l' avessimo sempre capita, come qualcosa capito per sempre.
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Il mio Leopardi, le tue teologie: "Esiste Dio ?" Le risate più pazze,
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le sbornie assurde, le mie fantasie, le mie avventure in città con ragazze.
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Poi quell' amore alla fine reale tra le canzoni di moda e le danze:
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"E' in gamba sai, legge Edgar Lee Masters. Mi ha detto no, non dovrei mai pensare."
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Le sigarette con rabbia fumate, i blue jeans vecchi e le poche lire,
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sembrava che non dovesse finire, ma ad ogni autunno finiva l' estate.
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Poi tutto è andato e diciamo siam vecchi, ma cosa siamo e che senso ha mai questo
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nostro cammino di sogni fra specchi, tu che lavori quand' io vado a letto.
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Io dico sempre non voglio capire, ma è come un vizio sottile e più penso
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più mi ritrovo questo vuoto immenso e per rimedio soltanto il dormire.
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E poi ogni giorno mi torno a svegliare e resto incredulo, non vorrei alzarmi,
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ma vivo ancora e son lì ad aspettarmi le mie domande, il mio niente, il mio male...
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CANZONE DELLE RAGAZZE CHE SE NE VANNO - STANZE DI VITA...
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Le strade sono aperte ed il momento viene sempre: sapessi quante volte l'ho vissuto!
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Stagione di canzoni, di facili emozioni: un' altra volta ancora abbiamo chiuso.
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T' invidio perchè ancora hai molte pagine da aprire
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di un libro che ho già letto e che tu devi ancor scoprire,
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ma quando capirai che cerchi un libro che non c'è,
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allora ti ricorderai di me...
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C'è Shangri-La che attende perchè il nodo che ti prende per te c'è ancora tutto da inventare.
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Vedrai questi tuoi giorni in un minuto di ricordi e quanti giorni hai ancora da incontrare.
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Invidio i tuoi paesaggi che non so e non vedrò mai,
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rimpiango le ragioni per cui ancora piangerai,
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ma quando piangerai te stessa e ciò che è dentro in te,
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allora ti ricorderai di me...
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Già Superman non vola sui tuoi sogni della scuola, Mandrake e Wiz son solo falsi maghi, cosmogonie segrete che credevi ormai complete si stan riempiendo adesso di presagi.
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Già temi che il giullare getti maschere e casacca
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e mostri il vero volto dietro al velo della biacca,
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ma quando vedrai meglio quello che dicevo a te,
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allora ti ricorderai di me...
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Ma eroi, profeti, miti, santi, bambole e banditi ti rapiranno ancora tante volte
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o tu li aspetterai e non verranno mai, per una aperta chiudi cento porte.
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Ed io chi sono stato nelle fantasie che vivi?
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Poeta od ubriaco nei racconti per gli amici,
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ma quando picchierai la testa contro ai tuoi perchè
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allora ti ricorderai di me...
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Le ore sono andate e le parole consumate attendon le parole che verranno.
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Castelli e primavere che hai creduto di vedere non sai se son durante un' ora o un anno.
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Son pronti i tuoi misteri: chiama ciò che non conosci,
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già corri dove ho corso, verso nuove strade e voci,
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ma se vorrai capire tutto questo che cos' è,
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allora ti ricorderai, allora ti ricorderai, allora ti ricorderai di me...
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CANZONE DELLE SITUAZIONI DIFFERENTI - STANZE DI VITA...
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Andammo i pomeriggi cercando affiatamento,
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scoprivo gli USA e rari giornaletti.
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Ridesti nel vedermi grande e grosso coi fumetti,
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anch' io sorrisi sempre più scontento.
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Poi scrissi il nome tuo versando piano sulla neve
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la strana cosa che sembrava vino,
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mi aveva affascinato il suo colore di rubino:
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perchè lo cancellasti con il piede?
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La scatola meccanica per musica è esaurita,
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rimane solo l' eco in lontananza,
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ma dimmi cosa fai lontana via nell' altra stanza,
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ma dimmi cosa fai della tua vita.
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O sera, scendi presto! O mondo nuovo, arriva!
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Rivoluzione, cambia qualche cosa!
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Cancella il ghigno solito di questa ormai corrosa
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mia stanca civiltà che si trascina.
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Poi piovve all' improvviso sull' Amstel, ti ricordi?
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Dicesti qualche cosa sorridendo;
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risposi, credo, anch' io qualche banalità scoprendo
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il fascino di un dialogo tra i sordi.
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Tuo nonno era un grand' uomo, famoso chissà cosa,
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di loro si usa dire "è ancora in gamba".
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Mi espose a gesti e a sputi quella "weltanshauung" sua stramba
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puntando come un indice una rosa.
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Malinconie discrete che non sanno star segrete,
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le piccole modeste storie mie,
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che non si son mai messe addosso il nome di poesie,
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amiche mie di sempre, voi sapete!
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Ebbrezze conosciute già forse troppe volte:
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di giorno bevo l' acqua e faccio il saggio.
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Per questo solo a notte ho quattro soldi di messaggio
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da urlare in faccia a chi non lo raccoglie.
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Il tuo patrigno era un noto musicista,
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tuo padre lo incontravi a qualche mostra.
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Bevemmo il tè per terra e mi piaceva quella giostra
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di gente nelle storie tue d' artista.
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Mi confidasti trepida non so quale segreto
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dicendo "donna" e non "la cameriera".
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Tua madre aveva un forte mal di testa quella sera:
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fui premuroso, timido, discreto.
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E tu nell' altra stanza che insegui i tuoi pensieri,
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non creder che ci sia di meglio attorno:
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noi siamo come tutti e un poco giorno dopo giorno
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sciupiamo i nostri oggi come ieri.
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Ma poi che cosa importa? Bisogna stare ai patti:
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non voglio il paradiso né l'inferno.
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Se a volte urlo la rabbia, poi dimentico e mi perdo
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nei mondi dentro agli occhi dei miei gatti.
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Uscimmo un po' accaldati per il troppo vino nero,
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danzammo sulla strada, già albeggiava.
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Sembrava una commedia musicale americana,
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tu non lo sai, ma dentro me ridevo...
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